Anche in Pakistan, “Diritto alla Scuola – Diritto al Futuro”

Si è concluso il progetto “Diritto alla Scuola – Diritto al Futuro 2020-2022” realizzato grazie al contributo della Conferenza Episcopale Italiana con fondi 8×1000.

Il progetto è nato con l’obiettivo di contrastare le discriminazioni subite in particolare dalle minoranze cristiane in Pakistan che nel paese rappresentano una fra le fasce della popolazione più povera, svantaggiata ed esclusa. Per superare tali discriminazioni, strettamente collegate alle opportunità di accesso alla vita economica, sociale e politica del paese, il progetto “Diritto alla Scuola – Diritto al Futuro” mira a incidere attraverso due canali: l’istruzione superiore e l’assistenza comunitaria mediante l’educazione non formale.

L’esperienza di Comunità di S.Egidio ACAP attraverso l’attività di educazione al dialogo e alla convivenza pacifica (Scuole della pace), ha infatti portato a identificare nel difficile accesso a un’istruzione di qualità e superiore uno dei fattori che condanna a un permanente stato di emarginazione queste persone. Rendere sostanziale l’accesso al diritto all’istruzione di qualità per le ragazze e i ragazzi appartenenti a tali comunità, promuovendo in particolare l’accesso all’istruzione superiore di qualità e alla formazione universitaria, significa dunque poter uscire da questa spirale. L’osservazione diretta della discriminazione subita dalle donne anche nel campo dell’istruzione ha motivato poi un intervento finalizzato a sostenere e valorizzare primariamente i percorsi formativi delle ragazze. Le attività di educazione non formale delle scuole della Pace hanno rappresentato un utile strumento di promozione del dialogo interreligioso, integrazione e assistenza alle comunità locali.

Il progetto prevedeva l’erogazione di borse di studio per 90 studentesse e studenti, la realizzazione di iniziative di educazione non formale e supporto per i minori (06-12 anni), attività di formazione per volontari e operatori delle Scuole della Pace, la realizzazione di iniziative ed eventi di promozione del dialogo interreligioso anche mediante servizi di assistenza comunitaria rivolti alle persone in condizione di maggiore vulnerabilità nel paese.

Il contributo ricevuto ha permesso di raggiungere e superare i risultati previsti, consentendo a 207 ragazze e ragazzi in condizione di disagio socio-economico e appartenenti alla minoranza cristiana di realizzare percorsi di istruzione superiore.

  • 192 studenti hanno già conseguito il diploma di Scuola superiore, 32 stanno proseguendo i percorsi formativi universitari e 2 i master post-universitari. 19 studentesse e studenti si sono laureati e una ha già terminato il master post-universitario. Per coloro che hanno già terminato il percorso universitario si sono aperte ottime opportunità di accesso al mondo del lavoro. Si tratta di un risultato personale dal forte impatto sociale e culturale: molti di loro infatti, sono oggi medici, professionisti, pienamente inseriti in contesti a prevalenza islamica attraverso cui sviluppano relazioni professionali e amicali, contribuendo a una diversa e nuova visione dei cristiani in Pakistan.
  • 400 minori (o6-12 anni) hanno avuto accesso alle attività educative e di supporto delle Scuole della Pace
  • 250 operatori-attivisti sono stati formati attraverso sessioni di formazione che si sono tenute anche online per ovviare ai limiti imposti dalla situazione pandemica

Il lavoro di assistenza comunitaria è proseguito durante la pandemia, con incontri di sensibilizzazione, corsi sui comportamenti idonei per la prevenzione del covid-19 e distribuzione di kit sanitari per la prevenzione del covid–19 in ogni città (link). Un gruppo di volontari di Karachi, composto da operatori sanitari, ha inoltre organizzato un ambulatorio itinerante per garantire a tutti l’accesso alla vaccinazione (link)

Oggi, dopo la tragica alluvione che ha devastato il paese nello scorso settembre, causando milioni di sfollati, la Comunità ha intensificato il suo impegno per i poveri. A Sanghar, nel centro del Sindh, la regione più colpita, un gruppo di infermieri e alcuni volontari della Comunità di Sant’Egidio hanno allestito un ambulatorio da campo itinerante, che ha raggiunto tre località – alcune isolate dalle acque – per visitare gli sfollati e distribuire medicine di prima necessità.

Per ulteriori informazioni è possibile visitare la sezione news del sito www.santegidio.org